Un paese più berlusconizzato di Berlusconi

Il popolare magazine americano Time porta a conoscenza del suo pubblico il “berlusconismo”, parla di veline e dell’impero mediatico-politico che da 20 anni sta cambiando la testa (in peggio) all’Italia

Ormai tutto il mondo ci ride addosso. In pochi giorni dopo aver suscitato l’ilarità mondiale per quel provvedimento di un sindaco di centrodestra che ha vietato le minigonne in città, si è passati all’affaire Ruby che sta occupando, costantemente, le pagine ed i siti web della stampa e delle televisioni internazionale. Una vicenda che all’estero desta stupore per come il nostro premier la sta affrontando. Anziché rassegnare le sue immediate dimissioni, se la prende col mondo intero. La stampa, i politici dell’opposizione e persino i gay. Tutti messi nel calderone del complotto che più complotto non si può. L’idea di un “mea culpa” se non pubblico quantomeno privato, manco sfiora la testa di Silvio Berlusconi. Inutile dire che i suoi cortigiani e gli innumerevoli beneficiati del suo sistema di potere, sono sempre lì a dargli man forte. Proprio questo atteggiamento strafottente, per la stampa internazionale appare quello più incomprensibile. E così fioccano gli articoli, gli editoriali e le inchieste, tutti incuriositi dall’assopimento morale e cerebrale della nostra opinione pubblica. L’ultimo ad arrivare – in rigoroso ordine cronologico – è il celebre settimanale Time, quello che ogni anno assegna l’ambita copertina di “Man of the year”, l’uomo dell’anno. Berlusconi – con buona pace del suo smisurata ego – non sarà l’uomo dell’anno. Sarà al più, se continueranno – come è probabile – ad uscire altri particolari imbarazzanti sulla “Ruby affaire”, il politico più sbertucciato del mondo. E con lui – purtroppo – anche il suo Paese.

L’INCHIESTA DI TIME MAGAZINE – Il settimanale newyorchese ha dedicato una lunga inchiesta su Berlusconi, accendendo i suoi riflettori su un particolare, evidentemente, poco conosciuto oltreoceano. L’uso fatto in tutti questi anni dal nostro premier delle donne in Tv. Una cosa che all’estero sarebbe semplicemente improponibile (oltre che inconcepibile) è che qui fa parte dello Statu(s) quo del nostro star system.

Un paese più berlusconizzato di Berlusconi Vengono passate in rassegna tutte le “beneficiare” che hanno fatto carriera grazie “all’aiutino” del presidente del Consiglio. Da quelle passate direttamente dagli studi televisivi agli scranni parlamentari, a quelle “improvvisamente” entrate come starlet nei cinescopi delle nostre televisioni. Ma l’inchiesta di Time contiene tanto altro. E’ uno spaccato sul nostro (mal)costume televisivo e culturale. Insomma, un quadretto impietoso del berlusconismo ormai decadente che, proprio in queste ore, sta lasciando i sui miasmi più fetidi.

QUELLI CHE… IL CALCIO, COME LA PRAVDA – Time decide di cominciare il suo viaggio per le nostre “tele-discariche” cominciando da Quelli che… il Calcio, la popolare trasmissione domenicale di Rai2 condotta da Simona Ventura. “Stanno in piedi in uniforme con minigonne e tacchi a spillo tre giovani donne… Sono in competizione per essere schedine, le giovani donne che ballano un pò, dicono poco o nulla, fanno finta di stirare con un ferro da stiro e mostrano le loro curve. Questo è Quelli Che … Il Calcio, un popolare show della Domenica pomeriggio sulla Tv di stato italiana. Le “Schedine devono essere bella, ma anche pratiche”, sogghigna la presentatrice dello show . “Vediamo come fare!” Un ex-calciatore scende a giudicare, assegnando poi il premio a un agile bionda. Non c’è nulla di nuovo – sottolinea Time – seni, cosce e la stupidità della tv italiana. Essi hanno accecato gli spettatori dal 1980, quando le televisioni di Silvio Berlusconi, allora solo un magnate dei media prima che entrasse in politica, ha rivoluzionato le onde radio, dando agli italiani una dieta a base di soap opera, calcio e sesso in tutto il suo impero: Mediaset. La formula era semplice: conquistare quanti più ascolti televisivi possibile. Proprio la tv – questo genere di tv – è alla base delle fortune politiche di Berlusconi”. Basterebbe solo questo illuminante incipit a farci arrossire dalla vergogna. Ma siccome il nostro masochismo – il nostro di italiani del 2010, intendiamo – non ha limiti, proseguiamo nella lettura.

BERLUSCONISMO FOR DUMMIES – “Più di 20 anni – Spiega la rivista americana – dopo aver trasformato la televisione italiana, Berlusconi è diventato primo ministro per la terza volta: ha occupato questo ruolo più di chiunque altro dal 1946″. Lo ha fatto spesso male, le sue numerose promesse spese nelle campagne elettorali non si sono quasi mai verificate. Eppure è amatissimo dagli italiani. “Berlusconi – spiega Time citando Alexander Stille, autore de Il sacco di Roma, un libro sul potere berlusconiano – ha cambiato la cultura dell’ Italia prima ancora di cambiare la politica. Ha introdotto una cultura del lusso e del sesso, in contrasto con le culture sino ad allora dominati nel paese. Quelle austera del comunismo e del cattolicesimo. Il suo controllo della televisione commerciale ha fatto sì che egli diventasse l’unico politico al mondo che ha contribuito a creare e a modellare il suo elettorato, prima ancora di farsi eleggere”.



MAMMA VOGLIO FARE LA VELINA – Prosegue mettendo altro sale sulla ferita Carla Power, autrice del lungo articolo: “Al centro della cultura di Berlusconi è la velina, la showgirl servita agli italiani tutti i giorni, come la pasta. Alcuni veline semplicemente devono stare mute, mentre il presentatori maschio è a parlare. Le sono consessi solo il ballo, meglio se molto provocante e la presentazione degli ospiti. Niente altro”. Ed essere velina è diventato una sorta di status simbol. Fioccano i corsi e le agenzie che promettono alle giovani ragazze una brillante carriera. “Un recente sondaggio – racconta Time Magazine – tra le ragazze giovani di Milano, ha evidenziato come la loro professione preferita sia appunto quella di essere una velina. “Certo, tutti lo vogliono essere”, scrolla le spalle Anna Depoli, una segretaria milanese in attesa di prendere il suo posto in Quelli che … Il Calcio. “Se sei una velina, allora si ha la possibilità di conoscere giocatori di calcio, molte se li sposano, si fanno un sacco di soldi”. Argomenti più che validi per il nostro Luigi Castaldi e la sua quotidiana rubrica “Vergogniamoci per lui”. Ma forse, se questo è l’andazzo, dovremmo vergognarci più che altro per noi. “La velina è diventata un pilastro della televisione italiana: essa è la roccia su cui Berlusconi ha costruito la sua carriera politica rincara la dose Carla Power. Nei 15 anni da quando ha iniziato a dominare la politica italiana, Berlusconi ha creato un intreccio morboso tra intrattenimento e potere. Gli americani dovrebbero investire in Italia, disse una volta disse al pubblico di Wall Street, perché hanno belle segretarie”. Alla illustre categoria delle aspiranti veline troviamo anche “La diciottenne Noemi Letizia – il cui rapporto con Berlusconi ha acceso una febbrile speculazione sulla stampa italiana di questa estate – che sa come funziona il gioco. “Voglio essere una showgirl”, ha detto a un giornale italiano. “Mi interessa però anche la politica, vorrei essere candidata per la Camera. Papi Silvio si sarebbe preso cura di questo”.

Resta ancora da capire a quale Camera si sarebbe interessato Berlusconi…

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