Le bugie di Bertolaso su Acerra che brucia soldi e non rifiuti

Il termovalorizzatore funziona poco, male e brucia soldi invece che rifiuti. La Protezione Civile minimizza mentre Impregilo batte cassa.

L’inceneritore di Acerra, quello inaugurato da Berlusconi e Bertolaso a dicembre come soluzione miracolosa all’emergenza rifiuti in Campania continua a dare segni di cedimento. Funziona a scartamento ridotto da mesi e non pare affatto rappresentare il “dono di Dio” di cui parlò il Premier in occasione della prima accensione.

Le bugie di Bertolaso su Acerra che brucia soldi e non rifiuti !

UNA SU TRE – In un articolo del Sole 24 Ore a firma Mariano Maugeri si legge lo stralcio di una relazione stilata dall’Osservatorio per il termovalorizzatore formato da ARPAC, ASL, e dalla A2A Partenope, la società che gestisce l’impianto: “La linea 1 è rientrata in servizio il 14 luglio del 2010; la linea 3 è ferma dal 17 agosto; la linea 2 è ferma dal 7 settembre 2010. Si tratta di interventi relativi a indispensabili aggiornamenti impiantistici. (…). Per la linea 2 non sono ancora quantificabili i tempi di riavvio, essendo in atto indagini e verifiche e tenendo conto della fase di approvvigionamento dei materiali. Sulla linea 1 è stata inserita una valvola del surriscaldatore di cui verranno dotate anche le altre linee. In particolare, la camera di combustione è stata rivestita in una superlega denominata Inconel (nichel e cromo, senza ferro), lavoro molto oneroso e lungo che migliorerà di molto la resistenza dell’impianto”. C’è chi dice che questi interventi mirino a rendere ancor più sicuro ed efficiente il termovalorizzatore e chi invece, come gli ambientalisti e l’ex deputato di Rifondazione, Tommaso Sodano sostiene che questi costituiscano una ristrutturazione radicale causata dalla cattiva qualità del carburante immesso e dei materiali prodotti e dalle emissioni inquinanti che in più occasioni avevano sforato i limiti. Sul Fatto si leggeva a settembre che secondo i dati dell’ARPAC “nella zona di Acerra, Pantano dove sorge l’inceneritore, le polveri sottili, hanno sforato i limiti consentiti in ben 250 giorni su 500 (il limite è di 35 sforamenti annuali)”.

UN IMPIANTO NATO VECCHIO – Già ad aprile, in un articolo del Corriere del Mezzogiorno si leggeva che una delle tre linee era già fucaso bertolaso Le bugie di Bertolaso su Acerra che brucia soldi e non rifiutiori servizio abbassando di molto la capacità di combustione dell’impianto. Da più di 2 mila tonnellate al giorno, con due sole linee in funzione si era scesi a circa 1.400 tonnellate. L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Napoli Giuseppe Caliendo aveva allora affermato che “per quello che ci è stato comunicato, a stretto giro l’intervento di manutenzione sarà terminato”. Evidentemente non è stato così visto che sono ora 2 le linee non operative. Il Fatto Quotidiano, un mese e mezzo fa riportava la dichiarazione di Bertolaso al tempo dell’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra: “Il dato inconfutabile è che ci sono 6 discariche a norma, 7 impianti Stir attivi e un termovalorizzatore che funziona come un orologio svizzero, non inquina e produce reddito (…) Aver risolto questa emergenza è dunque per me la maggiore soddisfazione possibile”.

IMPREGILO BATTE CASSA – La posizione di Bertolaso mal si sposa con la relazione dell’Osservatorio che non pare analizzare l’operato né di un orologio svizzero tantomeno di una macchina da soldi visto che gli interventi sono definiti onerosi dall’Osservatorio stesso. Sul non inquinamento poi, i dati dell’ARPAC parlano chiarissimo. impregilo Le bugie di Bertolaso su Acerra che brucia soldi e non rifiutiSul fattore “soldi” si apre poi un terreno accidentato alimentato da mille polemiche. Anzi, da una sola. Impregilo, la mega azienda costruttrice incaricata a suo tempo per la creazione dell’impianto afferma di non aver ricevuto neanche un centesimo dallo Stato. Sul Sole 24 Ore si legge la dichiarazione di Impregilo stessa che non ha ben chiaro neanche da dove dovrebbero arrivare i soldi per saldare l’operazione: “Forse in pochi sanno che di un impianto costato 355 milioni noi non abbiamo incassato neppure un centesimo. La legge 26 del 2010 per l’emergenza rifiuti in Campania, non ha chiarito chi debba pagarci: forse la Protezione civile, che ora è la responsabile del termovalorizzatore, forse Palazzo Chigi, forse la Regione Campania, a patto che riesca a spuntare una quota dei famosi fondi Fas (…) Ci dicono che con i contributi Cip 6 e l’immissione nella rete elettrica dell’energia prodotta da Acerra, la Protezione civile abbia incassato da gennaio a oggi circa 6o milioni. Avrebbe potuto rappresentare un congruo anticipo della somma che aspettiamo di incassare da anni e per la quale ci siano appellati anche alla Corte Ue, ma a noi non è arrivato nulla”. E dire che Berlusconi voleva esportarlo in altre quattro regioni definendolo un prototipo da riproporre altrove. Per carità, se le cose restano così un’Acerra basta e avanza.

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