Camere (da letto): in un anno votate solo dieci leggi

I conti del Corriere: 126 volte si è riunito Montecitorio, 92 Palazzo Madama. Attività ridotta al lumicino, soltanto gli stipendi sono sempre gli stessi

Camere (da letto): in un anno votate solo dieci leggi

Il capogruppo al Senato del Popolo della Libertà Maurizio Gasparri inveiva l’altroieri in una trasmissione televisiva contro Fabio Fazio e Roberto Saviano, dichiarando esagerati i compensi televisivi dei due.
Nei giorni scorsi il PdL ha anche elogiato ripetutamente Sergio Marchionne per la sua domanda di maggiore produttività per gli stabilimenti italiani della Fiat. Chissà cosa si dovrebbe pensare, allora, osservando i dati della produttività del Parlamento italiano, di cui parla Sergio Rizzo sul Corriere della Sera:

Nei 298 giorni trascorsi dal primo gennaio l’assemblea di Montecitorio si è riunita 126 volte. Quella di Palazzo Madama ancora meno: 92.
Il 18 ottobre la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato una legge approvata l’8 ottobre scorso, l’ultimo dei 74 provvedimenti entrati e usciti dal Parlamento quest’anno. In quel numero sono compresi 18 decreti legge del governo e altri tre provvedimenti di routine, sempre di fonte governativa, come la legge comunitaria. Poi ci sono le 17 leggi di conversione di altrettanti decreti.
Quindi 22 ratifiche di trattati internazionali: atti dovuti.

Ne restano dunque 14, fra cui ci sono però anche provvedimenti nati da disegni di legge governativi. Per esempio quello del ministro dell’Interno Roberto Maroni sulla nuova disciplina antimafia. Delle dodici leggi «superstiti» fanno poi parte provvedimenti a uso e consumo dei partiti e della politica, come la legge sul legittimo impedimento che ha consentito al premier di non partecipare per motivi istituzionali ai processi che lo vedono imputato, o come la sanatoria delle liste elettorali per le Regionali.

Ne restano dunque una decina.
Una pattuglia sparuta, nella quale, oltre a provvedimenti di indubbio spessore sociale, come le disposizioni a favore dei malati terminali, dei sordociechi, o degli alunni dislessici, troviamo per esempio una legge che consente di nominare un finanziere comandante delle Fiamme Gialle, una norma sul personale dell’agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie…

In pratica, a parte decreti, conversioni, provvedimenti ad uso e consumo dei partiti l’attività di Camera e Senato è ridotta praticamente al lumicino. Tanto che viene spontaneo il paragone: è più giusto dare 2 milioni di euro a un conduttore che alla Rai ne fa fatturare una ventina, o dare 300mila euro a un senatore che in un anno vota (vota: nemmeno propone) appena una decina di leggi?

Forse sarebbe giusto smettere di pagare i senatori e gli onorevoli tutto l’anno, e creare una forma di remunerazione ‘a gettone’: più fai, più ti pago. Meno fai, meno guadagni. Almeno così si eviterebbero le proteste dell’antipolitica, no?

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