Una proposta di LEGGE ELETTORALE

La riforma elettorale, ovvero Legge N°270 del 21 Dicembre 2005 scritta principalmente dal Ministro Roberto Calderoli, venne subito ribattezzata “Legge Porcata” da Calderoli stesso.
E non si può certo dargli torto, una legge che non permette di scegliere chi ci andrà a rappresentare, una legge che riduce l’elettore a misero “vidimatore senziente” è certamente una porcata!.

In questi giorni si sta aprendo il dibattito su come modificare dunque questa legge ed una delle proposte che ha riscosso più attenzione, è quella di una “legge elettorale uninominale”.
http://www.uninominale.it/
Hanno aderito al comitato che promuoverà questa proposta di legge, alcuni finiani che ultimamente ho visto decisamente a corto di idee e sempre alla ricerca di spunti che li differenzino il più possibile dal gruppo dirigente del Pdl.
Alcuni Veltroniani bipolaristi ormai relegati ai margini di un PD che li avverte sempre più come un corpo estraneo.
Ed i radicali da sempre ispirati dal modello elettorale anglosassone.

Leggendo attentamente l’appello per l’”Uninominale”, non sono del tutto convinto che gli obiettivi prefissati verranno raggiunti da questa proposta.
E più precisamente, non sono certo che ridarà all’elettore la possibilità di scegliere i propri rappresentanti alla Camera ed al Senato, e che dall’attuale Parlamento dei designati si ritornerà a quello degli eletti, garantendo la governabilità del paese.
Anzi, se è palese che il “porcellum” è l’ideale per i partiti, il collegio uninominale sposta di poco il reale problema.

Osservando le scorse elezioni politiche, a fronte di una campagna elettorale lanciata da Walter Veltroni all’insegna del cambiamento, del rinnovamento, del ricambio generazionale, inserendo in lista tanti giovani che dessero una ventata di freschezza al partito ed all’orizzonte politico, le liste chiuse determinarono il fallimento totale di queste aspettative.
Solo due riuscirono ad entrare in Parlamento, Marianna Madia e Deborah Serracchiani.
E gli altri giovani?
Posizionati dal ventesimo posto in giù in ognuno dei collegi, con il compito di rinnovare il pensiero e l’azione della sinistra italiana, si sono dovuti accontentare del ruolo di “riempilista”.

E se al posto del “porcellum” ci fosse stato l’uninominale?
Chi ci assicura che all’interno della coalizione, i partiti, non si sarebbero accordati per mettere il proprio candidato nel collegio più sicuro?.

Presento quindi la mia PROPOSTA di LEGGE ELETTORALE che ho battezzato “PATTI CHIARI”.

Gli ultimi anni ci hanno ampiamente dimostrato che in Italia, una legge che “forza” il sistema per far assimilare il bipolarismo, ha fallito.
Quindi non perderei tempo prezioso a scervellarsi per importare leggi elettorali tedesche, francesi, inglesi…

Ogni Paese ha una sua storia e sue tradizioni, l’Italia è sicuramente una delle più complesse realtà sociali che racchiude un articolato mosaico di sensibilità politiche.

Stabilità di governo e rinnovamento, può venire adottando:

– Un sistema proporzionale, che darà la possibilità a TUTTI di essere rappresentati.

– Sbarramento al 5%, per evitare un’eccessiva frammentazione della classe politica.

– Collegi plurinominali, ovvero ogni partito presenta i suoi candidati senza designare un capolista, gli elettori dovranno esprimere, qualora lo vogliano, una ed una sola preferenza.
Gli elettori TORNERANNO AD AVERE UN RUOLO ATTIVO nella vita politica del Paese ed esercitando la propria preferenza determineranno da chi vogliono essere rappresentati in parlamento.

– Nessun premio di maggioranza al partito che raccoglie più consensi.

– Le coalizioni dovranno indicare con chi intenderanno comporre il governo 60 giorni prima della data delle elezioni.

– In caso di crisi di Governo si deve tornare alle urne.

– I candidati alle Elezioni Politiche, sia per la carica di Deputato che di Senatore, non dovranno ricoprire, già dal momento della presentazione delle liste, nessun altro incarico politico nelle Amministrazioni locali, nei Comuni, nelle Province, nelle Regioni, e nemmeno in ambito europeo.

– I candidati potranno presentarsi alle Politiche, in uno ed un solo collegio o circoscrizione.

– Nessun cittadino si potrà candidare in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado e in attesa di giudizio finale.

– No ai parlamentari di professione da 20 e 30 anni in Parlamento

– Nessun cittadino italiano può essere eletto in parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente.

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